Disegni colorati di Armanda
Testo critico di Luigi Bonifacio scritto in occasione della mostra Disegni colorati svoltasi a Cascina Lodosa (Casatenovo) nel maggio 1975
Nello spazio e nello sfondo verdeggiante della Cascina Lodosa di Casatenovo, l’avvocato e collezionista Antonino Verdirame, presenta ad amici, artisti e collezionisti una serie di disegni colorati di Armanda.
Sono stati scelti da un più vasto album. Di recente un disegno dello stesso album è stato scrutato ed osservato nei minimi particolari alla rassegna del Circolo De Amicis “La donna nella Resistenza”, da critici come Domenico Cantatore e Raffaellino De Grada. Furono dette parole di un certo peso, come freschezza di linee, di composizione ecc.
Questi disegni alla Cascina Lodosa, fin dalla prima lettura, dicono che sono frutto di ricerca e di una tecnica acquisita in anni di lavoro e di osservazione del fenomeno d’arte. Vi è uno stile ed una presenza. Ogni tema è vivamente sentito e l’artista vi partecipa con tutta la sua vitalità. Le occasioni di questi disegni nascono dalla realtà intesa come vicenda di ogni giorno che si traduce in ritmo visivo e liricità.
Sono composizioni pazientemente favolistiche e soprattutto esprimono e presentano una personalità. Il fondo è classico e, in genere, mostrano paesaggi di vita: sono umani: umanizzano e scavano nell’istinto ed in ognuno di questi disegni c’è parte di noi stessi.
Armanda è una giovane donna del nostro tempo come cultura e preparazione umanistica, oltre che insegnare arti visive ed altre materie espressive a giovani, ha acquisito per anni esperienza lavorando in studi di architettura della più grande Milano. Ha lavorato e lavora nell’arte dell’arredo. Ha cultura nel sangue ed agilità nell’individuare e nel ritrarre quel che è essenziale.
Armanda, nel disegno, conosce grammatica e sintassi e se ne serve liberamente. Oggi che in certe Accademie si persegue l’astratto ed i giovani si lasciano pascolare nell’assurdo di certi campi, Armanda ci dà un esempio di queste sue acquisizioni. Ci dice con queste opere, che si dovrebbe ritornare a far calligrafia, e questo lo affermo anch’io perchè so quel che “calligrafia” significa.
Anche il colore di questi disegni è inventato e sperimentato. Sono colori che non vengono dal colorificio, ma nascono anche da esperienze che acquisisce nelle ricerche d’insegnamento.
Qualcuno ha detto che questi disegni potrebbero chiamarsi “francobolli erotici”, voleva essere una battuta spocchiosa, invece disse qualche cosa di vero: perchè Eros è sempre presente nella creazione poetica degli autentici operatori d’arte. Questo, molti mercantaioli non lo capiscono. E poi progettare un francobollo o una medaglia può dirsi di pochi.
Quanto abbiamo sott’occhio di Armanda, cresce e si muove di continuo. Il gusto è attuale e trova ritmi ed accadimenti nuovi ad ogni giorno.
È un linguaggio posseduto che si affina ed una tecnica che sa di scoperta.
Luigi Bonifacio